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Matteo Strukul e la ricerca della gloria

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Venerdì 17 novembre, ore 11, Aula Magna Istituto Tecnico Industriale Leonardo Da Vinci, via Aldo Moro 13, Borgomanero.
Incontro con i giovani a partire da I Medici. Decadenza di una famiglia (Newton Compton).

Venerdì 17 novembre, ore 18, Circolo dei lettori, via Rosselli 20, Novara.
Incontro con Matteo Strukul, a colloquio con Eleonora Groppetti.

Matteo Strukul vive tra Padova, dov’è nato, Berlino e la Transilvania. Dottore di ricerca in Diritto europeo dei contratti, appassionato di musica rock, birra e hockey su ghiaccio, ha pubblicato romanzi, biografie musicali e albi a fumetti, oltre ad avere effettuato traduzioni. Ha fondato con Matteo Righetto il movimento letterario Sugarpulp e il 2017 è l’anno della sua consacrazione con il premio Bancarella per il primo romanzo su I Medici.

 

 

 

 

I Medici. Decadenza di una famiglia (Newton Compton): La Parigi del diciassettesimo secolo è l’essenza del vizio e della violenza. Maria de’ Medici, da poco sposa di Enrico IV di Borbone, si trova ben presto a fare i conti con le mire rapaci di Henriette d’Entragues. Con un documento scritto, Enrico stesso ha promesso alla propria favorita di prenderla in moglie, e ora quel foglio è l’arma con la quale ricattarlo. Ma non è l’unica minaccia: un’altra arriva da un gruppo di nobili che cospirano per rovesciare il trono. Avvertendo che le sorti proprie e del re sono sempre più critiche, Maria decide allora di affidarsi a Mathieu Laforge, spia e sicario abilissimo, capace di sventare più di una congiura. Ma la regina non sa ancora che il suo destino sarà segnato dalla lotta costante contro coloro che vogliono la fine del suo regno. Quando Enrico IV di Borbone muore, vittima dell’ennesimo complotto, all’orizzonte si profila, inarrestabile, l’ascesa di un astro di prima grandezza della politica francese: il cardinale di Richelieu. Sarà proprio lui, dopo la morte del re, ad acquisire un potere sempre maggiore, tradendo colei che più di chiunque altro ne aveva favorito la fortuna: Maria de’ Medici.

«Le domande non costavano fatica. Le risposte invece erano tutt’altra storia»