Lucilla Giagnoni per Sebastiano Vassalli – Il gusto della memoria

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Lunedì 26 ottobre
Incontro aperto al pubblico

BUON COMPLEANNO, SEBASTIANO!
ore 21, Teatro Salesiani, baluardo Lamarmora 14, Novara
Ingresso libero fino a esaurimenti posti con apertura teatro alle ore 20,30
Lucilla Giagnoni in Acquadoro, spettacolo teatrale tratto da L’oro del mondo di Sebastiano Vassalli edito da InterlineaUn progetto di Lucilla Giagnoni e Paolo Pizzimenti con Lucilla Giagnoni e Marco Tamagni.

Lucilla Giagnoni ha frequentato La Bottega di Gassman a Firenze, lavorando con Gassman stesso, Paolo Giuranna e Jeanne MoreGiagnoniau. Dal 1985 al 2002 quasi tutto ilsuo lavoro si è concentrato al Teatro Settimo di Gabriele Vacis. Ha partecipato a moltialtri progetti e dal 1997 tiene il corso di narrazione alla Scuola Holden di Torino. Trai suoi successi Vergine Madre, Big Bang e Chimera tratto dal capolavoro di SebastianoVassalli.

L’oro del mondo (Interlinea). Lo spettacolo è tratto da questo libro di Sebastiano Vassalli. «Viviamo per quelle poche pagliuzze di felicità che rimangono in fondo alla memoria come l’oro sul fondo della bàtea»: sulle rive del Ticino i cercatori d’oro sperano di scovare nel fiume un poco di fortuna e lo fanno accanto a bracconieri, ambulanti e barcaioli. Così, in una specie di frontiera americana alla Mark Twain, tra la città di Milano e la pianura del Piemonte, tutti tentano di voltare le spalle alle macerie del conflitto appena finito. Li osserva un giovane Huckleberry Finn padano, il protagonista dai tratti autobiografici di una storia emblematica dell’ultimo dopoguerra, quando gran parte della popolazione al nord soffre la fame, bestiario umano di opportunismi, odi, sacrifici e speranze. Torna uno dei romanzi più belli dell’autore della Chimera con un testo inedito in ricordo di Giulio Einaudi, l’editore che scelse L’oro del mondo tra gli ultimi libri voluti da lui personalmente nella non più sua casa editrice. Questa narrazione picaresca (che apre squarci su epoche e piani diversi con temi come l’eccidio di Cefalonia e i compromessi dell’industria culturale e letteraria) va alla ricerca del carattere nazionale degli italiani individuato nelle contraddizioni di quegli anni quando il Paese è ancora diviso e invischiato tra fascisti e antifascisti anche se «il limite tra il giusto e l’ingiusto non è mai cancellato».

«Assorti in quel firmamento di luccichii e di brillii laggiù, nel cuore della tenebra…»

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