Scrittori&giovani fa entrare in carcere gli scrittori sviluppando l’attualità del tema delle “frontiere”

Posted on Updated on

Da quest’anno Scrittori&giovani porta libri e dibattiti anche presso la Casa circondariale di Novara, in via Sforzesca 49 grazie alla disponibilità della direzione perché «per essere autenticamente liberi occorre conoscere il carcere» per dirla con le parole di Marco Malvaldi, ospite venerdì 15 novembre alle ore 11 per presentare Vento in scatola (con Glay Ghammouri, Sellerio). Una commedia da camera si potrebbe definire Vento in scatola, solo che in questo caso la camera, l’ambiente chiuso in cui tutto si svolge, è molto grande: un carcere. Le celle, i corridoi, «l’aria», le zone degli assistenti, la stanza del dirigente, i luoghi di punizione (non c’è in questo carcere la tremenda «cella liscia»): qui i detenuti interagiscono tra di loro e con i sorveglianti, cercano di stabilire gerarchie e simpatie, e di passare il tempo. Al centro di questa vicenda corale, che non ha niente di autobiografico pur avvalendosi di esperienze vissute, c’è un giovane che si forma cittadino: un tunisino, abile broker nel suo paese, in carcere per un reato che non ha commesso ma impunito per una truffa di cui è colpevole. Mentre trascorre normalmente la pena, gli capita una cosa che mette i brividi e lo costringe a una scelta. Questo libro nasce dall’incontro, durante un corso di scrittura tenuto nel carcere di Pisa, tra Marco Malvaldi e Glay Ghammouri, un ex militare tunisino dalla carriera stroncata in patria per motivi politici e oggi detenuto in Italia a causa di un grave delitto. Mette assieme la sperimentata capacità di divertire mediante intrighi con la conoscenza interna minuziosa della situazione carceraria di chi ci vive. Ma non chiede commozione e pietà. Vuole soltanto mostrare l’interno di un carcere mettendo in scena la quotidianità, la sua giustizia e la sua ingiustizia («per essere autenticamente liberi occorre conoscere il carcere»). Ed è un libro rigenerante, di questi tempi in cui muri di odio si sollevano contro chiunque sia un diverso. Il suo senso è che, così come non si può tenere il vento in scatola, non si può imprigionare l’umanità che è in ciascuno di noi.

Marco Malvaldi è nato a Pisa. Dopo la laurea in Chimica presso la Scuola Normale Superiore di Pisa e contemporanei studi al Conservatorio, ha provato a fare il cantante lirico, ma ha abbandonato dopo poco. Esordisce nella narrativa nel 2007 con le storie dei vecchietti del BarLume, pubblicata da Sellerio. Da questa serie è stata tratta una fortunata serie televisiva. Dopo un recente romanzo dedicato a Leonardo da Vinci (La misura dell’uomo, Giunti), Malvaldi ha appena pubblicato Vento in scatola con Glay Ghammouri: senza abbandonare ironia e gusto del paradosso ci fa guardare al carcere in modo né convenzionale né caritatevole, ma davvero dall’altro lato delle sbarre.

 

Il secondo appuntamento, La frontiera dell’integrazione, si svolgerà mercoledì 27 novembre alle ore 15,30 con un laboratorio di lettura con l’autrice Takoua Ben Mohamed, a partire da Sotto il velo e La rivoluzione dei gelsomini (BeccoGiallo). Dalla quarta di copertina di La rivoluzione dei gelsomini (BeccoGiallo): A soli otto anni Takoua ha dovuto lasciare il paese in cui è nata per raggiungere il padre, rifugiato politico in Italia. Solo molto più tardi, dopo la Rivolta dei Gelsomini che abbatte la dittatura di Ben Ali, quella giovane donna cresciuta parlando con l’accento romano è potuta tornare in Tunisia per rimettere assieme i pezzi della sua storia familiare, per smascherare il funzionamento della macchina repressiva e testimoniare di come le donne – le grandi protagoniste di questa storia – ne fossero oggetto. Ed è ripercorrendo al contrario quel viaggio, che l’ha portata dalle porte del deserto del Sahara alla periferia di Roma, che conosciamo la storia di Takoua: la storia di una delle tante bambine che, nate o cresciute in Italia da genitori non italiani, molti si ostinano ancora a definire straniere. Dalla quarta di copertina di Sotto il velo (BeccoGiallo): Sotto il velo è una striscia a fumetti creata dalla giovanissima artista italo-tunisina Takoua Ben Mohamed, che racconta con ironia la sua quotidianità di ragazza che ha liberamente scelto di portare il velo in Italia.

Takoua Ben Mohamed, nata a Douz in Tunisia nel 1991, all’età di otto anni è costretta a raggiungere il padre, rifugiato politico in Italia. Cresce a Roma, dove vive tutt’ora. La sua formazione mista, sia nell’ambito grafico che in quello giornalistico, emerge nel suo lavoro di graphic journalist. Molto attiva all’interno di associazioni giovanili, culturali e di volontariato, sceglie il fumetto per parlare di integrazione, cittadinanza, discriminazione, dialogo e culture.

Facci sapere cosa ne pensi: è importante!